Su una fiancata del Monte Cervati, cima di m.1899 con imponenti gole e tanta vegetazione, vi è una grotta dove si venera la Madonna della Neve. Nella grotta una statua in stucco ritrae la Madonna. Fu costruita lì proprio per non permettere di trasferirla altrove. Sul piano vi è una Cappella che appartiene al Comune di Sanza anche se per metà è costruita nel demanio di Piaggine. Davanti la grotta vi è un piccolo terrazzino, denominato "il balcone della Madonna". All’interno, la statua inamovibile appare dotata di un fascino tutto particolare che pare quasi «parli al cuore». (23)
La devozione per la Madonna del Cervati è grande sia per i piagginesi che per i sanzesi, che si incamminano su per la salita in segno di omaggio e per chiedere la grazia alla Madonna.
La leggenda narra che il Cervati un tempo fosse un monte ignorato, dove nessuno osava salire per paura di lupi e animali feroci che dovevano popolarlo. Un cacciatore sfidò la credenza e si inerpicò fin sulla vetta dove poté ammirare un paesaggio stupendo ed una ricca vegetazione: quel luogo, contrariamente a ciò che si diceva, era di rara bellezza. Mentre osservava estasiato, fu incuriosito da una colomba che osava sfidarlo passando da un ramo all’altro e scomparendo poi nella vegetazione.
Inseguendo il volatile, il cacciatore trovò l’ingresso della grotta e la statua della Madonna. (24)
Se i piagginesi sono devoti alla Madonna, la stessa adorazione si riscontra tra gli abitanti di Sanza. Questi ultimi il 26 luglio conducono la statua della Madonna della Neve a spalla in solenne processione fino ai 1850 metri di altitudine, nel luogo dove si trova la grotta. Fino al 5 agosto si celebrano solenni riti religiosi ed attestazioni di fede. Solo dopo tale data i sanzesi ritornano in paese.
Un rito propiziatorio viene compiuto presso il Santuario.
Se un ammalato vuole essere salvato dalla Madonna riunisce dodici o ventiquattro vergini (fanciulle dagli otto ai dodici anni) che, con il capo coperto da una corona di spine di rovo, si recano cantando alla Cappella della Madonna. Giunte sul luogo sacro le ragazze girano tre volte intorno alla Cappella, poi in ginocchio girano tre volte intorno all'altare. Un fazzoletto del malato è passato tre volte sul volto della Madonna, poi viene riportato all'ammalato. La grazia è concessa se il volto della Madonna suda o arrossisce. (25)
Recentemente, le dispute sul luogo sacro e sulla reale appartenenza del culto hanno raggiunto tra i due paesi, Piaggine e Sanza, contese tanto accese da essere vere e proprie controversie giuridiche. La Madonna della Neve divide più che unire persone che evidentemente non sono mosse solo da manifestazioni di fede e da espressioni religiose autentiche.
Note
(23) Miranda A., "Piaggine. Appunti storici", 1968, pp.26-27
(24) Miranda A., "Piaggine. Appunti storici", 1968, pp.27-28
(25) Documento fornito da Casuccio Beniamino, Campora (SA), Anno 1990. Alcuni riferimenti sono tratti da: Ebner P., "Chiesa, Baroni e popolo nel Cilento", Ediz. di Storia e Letteratura, Roma 1982, p.595.
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Fonte:
"IL SACRO E IL PROFANO - Le espressioni folcloristiche e la religiosità popolare nel territorio del Cilento e del Vallo di Diano" di Pasquale Martucci e Antonio di Rienzo.
(Edizioni Studi e Ricerche - Finito di stampare nel mese di maggio 1999 - Stampa: C.G.M. srl - via B. Croce, 71 - 84043 Agropoli (SA) - Elaborazioni Grafiche: R&T - via Felline, 1 - 84100 Salerno).