Moti del Cilento 1848 - Relazione del Colonnello Recco dopo la battaglia di Trentinara del 12 Luglio 1848. Il colonnello Ferdinando Recco era il comandante delle forze borboniche, incaricato dal re di sedare la rivolta nel Cilento. Il ministro della guerra aveva dato ordine al colonnello Recco di agire con grande energia e di assalire vigorosamente gli insorti nel Cilento.
RELAZIONE DEL COLONNELLO RECCO
Capaccio, 12 luglio 1848
Stamani verso le dodici meridiane mi disponevo a partire per i comuni vicini onde sciogliere in alcuni di essi la guardia nazionale ed organizzare invece l'altra urbana provvisoria, quando sono stato avvisato da Trentinara, distante quattro miglia, che una colonna di rivoltosi, di cui non so precisare il numero, ivi aveva messo stanza ed ordinato razioni di viveri e che sembrava di volersi opporre a qualunque invio di commestibili che si facesse per le reali truppe. Non ho frapposto tempo in mezzo, udita tale notizia, a prendere meco otto compagnie del reggimento ed il capitano Buonopane addetto allo stato maggiore dell'esercito, lasciando le residuali quattro compagnie ed i due pezzi ritirati dal Tancredi nel primitivo sbarco nel sei corrente mese. Per tutelare questi abitanti ancora minacciati dai rivoltosi, mi sono avviato alla volta del cennato comune di Trentinara, il quale bruscamente si eleva sul sottoposto suolo, che non ha strade, ma soltanto pochi sentieri scabrosi per giungervi. Pervenuto presso quel monte mi sono accorto di buona mano di uomini sventolanti bandiera bianca che facendo echeggiare all'aria confuse grida, guarnivano quella cresta. Proseguendo il mio cammino, anche tra il frastuono delle campane, tra tanta incertezza se tanti apparati fossero di giubilo per l'arrivo della truppa o fenomeni precursori di aggressione, sono pervenuto militarmente ad un punto di quella rocca, ove mi si sono tirati contro dei colpi a fuoco. Le parole sarebbero povere per esprimere a V. E. il coraggio, anzi dirò, il furore del soldato nel vedersi attaccato da quella favorevole posizione mentre riteneva pacifici quei segni manifestati.
La truppa è stata disposta in tre direzioni; una di fronte e le altre laterali, nello scopo di girare la posizione per quanto il terreno il permetteva, ed a malgrado che i rivoltosi avessero tanti parapetti per quanto erano i loro corpi, visto le speciali condizioni del luogo come si è detto(1), Trentinara è stata in meno di due ore completamente espugnata, i rivoltosi fugati, il paese quasi deserto. Solo qualche ferito appena per parte della truppa e parecchi morti della parte avversa fuori e dentro il paese. L'ora avanzata, il bisogno di ristorare le forze per essermi questa stessa sera restituito in Capaccio, e la indispensabilità di scrivere subito per l'imminente partenza della posta, mi obbligano a non poter rassegnare all'E. V. i nomi di coloro, che si sono particolarmente distinti in questo brillante affare, da cui non potranno non conseguire risultati scoranti per i rivoltosi; ma non posso trattenermi di anticipare le mie suppliche a l'E. V. perchè i distinti servigi e l'infaticabile zelo del capitano Humbel e del primo tenente Tocca, siano sottomessi dall'E. V. a S. M. il Re (D G)(2) onde i tratti della sovrana munificenza corrispondessero ai desideri miei e del reggimento tutto.
Mentre scrivo giungono a me il sac. Piccirilli di San Mauro Cilento maestro del seminario di Capaccio e D. Gennaro Corasio cancelliere comunale di Agropoli riuniti in deputazione per parte dei rivoltosi cilentani chiedendo tregua finchè le Camere legislative non avranno pronunziato sulla quistione. Alla qual cosa ho risposto di non potermi mettere in trattative con i rivoltosi, e di avere io l'ordine e la volontà di combatterli sempre, e che altro campo ad essi non rimane che sciogliersi immantinente ed i capi rimettersi a la nota clemenza di S. M. il Re (D G).
Poscritto. Il capitano Buonopane dello stato maggiore col suo conosciuto zelo e somma intelligenza ha moltissimo contribuito al felice risultato della pugna.
Il colonnello RECCO.
(1) Intende dire che ciascuno dei rivoltosi era riparato da un macigno.
(2) D G = Dio guardi
(da incartamento "Ferdinando Recco" presso l'archivio di Pizzofalcone in Napoli)