1975 - Venti nuovi vini a doc

23 Luglio 1975 - NOTE DI AGRICOLTURA

Venti nuovi vini a doc

Con la nuova vendemmia le "denominazioni di origine controllata" saliranno a 180

Giornale LA STAMPA, Mercoledì 23 Luglio 1975

   Le denominazioni di origine «controllata» che verranno disciplinate con la prossima vendemmia saranno quasi certamente una ventina. In tal modo le 158 Doc del 1974 saliranno a circa 180.
   Sicuramente la disciplina verrà applicata alle seguenti nuove denominazioni «controllate»:
— nel Veneto: «Isonzo»;
— nel Trentino Alto Adige: «Valdadige», «Colli di Bolzano, «Terlano», «Alto Adige»;
— in Emilia Romagna: «Trebbianino Val Trebbia, «Colli Bolognesi Monte San Pietro»; «Castelli Medioevali»;
— in Toscana: «Carmignano»;
— nelle Marche: «Bianco dei Colli Maceratesi», «Falerio dei Colli Ascolani»;
— nel Lazio: «Bianco Capena», «Cerveteri»;
— nelle Puglie: «Primitivo di Manduria», «Moscato di Trani»;
— in Calabria: «Donnici», «Savuto», «Pollino»;
— in Sardegna: «Nuragus di Cagliari», «Campidano di Terralba», «Vermentino di Gallura».
   Alcune di queste denominazioni comprendono vari vini, come l'«isonzo», con le specificazioni aggiuntive corrispondenti a produzioni diverse: Tocai, Sauvignon, Malvasia istriana bianco, Pinot bianco, Pinot grigio, Verduzzo Friulano, Traminer aromatico, Riesling renano, Merlot, Cabernet; l'«Alto Adige», con le specificazioni aggiuntive: Pinot bianco, Pinot grigio, Pinot nero, Riesling italico, Riesling renano, Riesling Sylvaner, Sylvaner, Sauvignon, Traminer aromatico, Cabernet, Lagrein rosato, Lagrein scuro, Malvasia, Merlot, Moscato giallo, Moscato rosa, Schiave; il «Terlano», con le specificazioni aggiuntive: Pinot bianco, Riesling italico, Riesling renano, Sauvignon, Sylvaner, Muller Thurgau.
   Ciò significa che se l'aumento delle Doc alla fine del 1975 sarà quello indicato all'inizio, l'aumento del numero dei vini a Doc sarà invece di una cinquantina. Buona parte delle Doc delle Tre Venezie, già da tempo disciplinate, rientrano in questa stessa sistematica: una denominazione geografica per più vini corrispondenti ai diversi vitigni coltivati in purezza varietale nella stessa zona di produzione. Nei disciplinari delle Tre Venezie sono stati cioè spesso recepiti questi caratteristici usi produttivi locali. Per il 1976 il Comitato Nazionale per la tutela delle denominazioni di origine dei vini sta approntando pareri e proposte di disciplinari di produzione di altre denominazioni. Sono in stato di avanzata istruttoria il «Copertino rosso e rosato» e lo «Squinzano rosso e rosato» delle Puglie; i vini del «Vesuvio», il «Fiano di Avellino» e il «Barbera di Castel San Lorenzo» della Campania; il «Bianco di Scandiano» dell'Emilia Romagna. Sono in fase organizzativa i sopralluoghi del Comitato Nazionale per il «Merlot del Polesine», il «Sorni» e per i Vini del «Montello» e dei «Colli Asolani». I componenti l'istituzione ministeriale si recheranno pure in Calabria per l'esame delle domande di riconoscimento del «Lamezia», del «Melissa» e del vino di «Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto». In Toscana sarà esaminata la pratica dei vini della «Maremma»; in Sicilia quella del vino «Faro»; in Lombardia quella per la Doc della «Val Calepio» e la richiesta di modifica del disciplinare di produzione dei vini dell'«Oltrepò Pavese».
   Nell'ambito di quest'ultima Doc si attende intanto che il ministero dell'Agricoltura vari il decreto di inclusione delle specilicazioni «Buttafuoco», «Sangue di Giuda» e «Barbacario».
   Tutte le domande di riconoscimento in istruttoria presso il Comitato Nazionale, delle quali abbiamo fatto menzione, avevano ottenuto in precedenza il parere favorevole delle Commissioni vitivinicole delle Regioni. Dalla Regione Piemonte è stata ultimamente inviata a Roma la Pratica del «Lessona», il rinomato vino della provincia di Vercelli per il quale il Comitato Nazionale, dopo alcuni accertamenti di carattere viticolo esprimerà sicuramente parere favorevole entro il prossimo autunno.
   Le denominazioni vinicole qui richiamate riguardano produzioni la cui notorietà è essenzialmente locale o regionale. In questi ultimi tempi, in considerazione delle sopravvenienti discipline comunitarie che suddivideranno le produzioni vinicole nelle due grandi categorie dei vini comuni «da pasto» e dei «vini di qualità prodotti in regioni determinate, si è notato un accentuato interesse soprattutto in Francia, a trasferire in questa seconda categoria un certo numero di vini dapprima non appartenenti alle classificazioni di merito. Si tratta di un approntamento produttivo e mercantile che non deve essere da noi disatteso. In fondo, disciplinando altre Doc quando la legge di tutela è per esse applicabile, si contribuisce ad elevare qualitativamente una maggior percentuale di vino italiano.

Paolo Desana

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Fonte:

LA STAMPA Archivio Storico dal 1867 - Giornale LA STAMPA, Mercoledì 23 Luglio 1975

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