NEL SALERNITANO
Mercoledì 5 Maggio 1971 - L'AQUILA DELL'EQUIVOCO
Il ritrovamento di un grosso uccello morto ha fatto pensare che si trattasse del rapace liberato dalla morsa di una tagliola
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Laurino, 4 maggio.
L'aquila reale rimasta il 30 gennaio nella morsa d'una tagliola preparata per i lupi in una contrada di Piaggine, e poi liberata il 4 aprile scorso con una grande festa popolare, sarebbe stata ritrovata morta fra le piante di un oliveto nel comune di Laurino, pure in provincia di Salerno. Questa la voce (in realtà del tutto infondata) diffusasi, che ha causato viva emozione nell'Alto Cilento, dove la vicenda del raro e stupendo esemplare di rapace era stata seguita con enorme interesse.
Il ritrovamento del rapace (che ha fatto nascere la voce sbagliata) è avvenuto in un terreno di proprietà dell'agricoltore Giuseppe Marotta. Ma la notizia è risultata conseguenza di un banale equivoco. Infatti appena diffusasi la voce del ritrovamento, è partita da Piaggine per Laurino (i due paesetti sono poco distanti) una delegazione, in cui v'erano il comandante dei vigili Carmelo D'Amico e il guardacaccia comunale Giuseppe Petrone: i due che per primi videro, il 30 gennaio, l'aquila nella tagliola e la tolsero da quel tormento mettendola in una gabbia e trasportandola al centro del paese.
La delegazione ha esaminato bene l'uccello trovato a Laurino escludendo senza dubbi non solo che sia l'aquila già liberata, ma perfino un'aquila e definendolo invece chi una poiana e chi un girifalco, rapaci comunque ben diversi e molto più piccoli. L'uccello scambiato per l'aquila era morto da almeno due settimane e non ha potuto essere neanche imbalsamato causa la sua avanzata decomposizione. La morte, secondo gli esperti, è stata probabilmente causata da una delle esche avvelenate che, in questa stagione, vengono collocate numerose per difendere il pollame dalle volpi.
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Fonte: Archivio Corriere della Sera - Corriere della Sera, Mercoledì 5 maggio 1971
