IN UN PAESE DEL SALERNITANO
6 Settembre 1963 - STRANGOLA LA MOGLIE MADRE DI QUATTRO FIGLI
Il delitto dopo una lite per motivi di gelosia - L'assassino, che è stato arrestato, ha detto di aver ucciso per difendersi dalla donna che aveva tentato di aggredirlo
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Napoli, 5 settembre, notte.
A Piaggine, nei pressi di Vallo della Lucania, un uomo ha ucciso la moglie strangolandola. La donna si chiamava Rosina Pascale ed aveva 43 anni. L'uxoricida è Carmelo Comunale, di 48 anni.
L'uxoricida, fuggito a Napoli subito dopo il fatto, è stato arrestato dai carabinieri alla stazione di Napoli Centrale cui era giunto il fonogramma di ricerca dai carabinieri della stazione di Vallo della Lucania. L'Arresto è avvenuto poco prima di mezzogiorno.
Il delitto si è svolto in una casa colonica alla periferia di Piaggine, un paesino dell'entroterra salernitano nel circondario di Vallo della Lucania, dove il Comunale risiede da molti anni, con la moglie che sposò 25 anni fa e i quattro figli, il più grande dei quali Aldo ha 24 anni.
Carmelo Comunale, è definito da tutti in paese uomo di buoni sentimenti, dedito alla famiglia. In questi ultimi tempi però aveva più volte dato segni di insofferenza; egli sospettava la moglie di infedeltà, per cui frequenti erano le scenate di gelosia in famiglia. Durante queste liti egli sottoponeva la Pascale a estenuanti interrogatori per contestarle le numerose infedeltà di cui l'accusava.
Ieri sera, il Comunale rientrò in casa verso le 19, ma non trovò la moglie nel suo domicilio. Anche il primogenito Aldo era assente; c'erano soltanto la figlia Giuseppina di diciassette anni con i suoi fratelli più piccoli, Massimo di 9 e Romano di 6 anni. Il Comunale chiese dove fosse la madre ma i ragazzi non seppero rispondere. Egli allora attese che la mpglie rientrasse e quando la donna dopo circa un'ora varcò la soglia di casa, il marito cominciò a insolentirla.
A un tratto la Pascale esasperata si scagliò contro il marito e lo graffiò al viso. Fu allora che il Comunale perdette ogni controllo, si avventò sulla moglie e con le mani cinse fortemente il collo della poveretta fino a quando la sventurata non cadde esamine ai suoi piedi. I tre figli che paralizzati dal terrore avevano assistito al crimine si affrettarono a riferire l'accaduto ai carabinieri.
Il Comunale intanto si era dato alla fuga allontanandosi per i campi. A seguito delle indagini i carabinieri della stazione di Vallo della Lucania, hanno appreso che l'autore dell'uxoricidio era stato visto salire su un treno diretto a Napoli. Provvedevano a informare il nucleo della polizia giudiziaria napoletana perché predisponesse l'operazione per giungere alla cattura dell'assassino.
Poco prima di mezzogiorno all'arrivo in stazione del treno proveniente dal Salernitano, erano ad attendere il Comunale il maresciallo Membrini, il brigadiere Patruno e il carabiniere Condangelo. Ai tre è stato facile identificare il ricercato, il quale non ha nemmeno tentato di opporre resistenza né ha mostrato di meravigliarsi di essere atteso. Il Comunale, condotto alla caserma del "Nucleo" ha affermato di non sapere di aver ucciso la moglie, e ha sostenuto nell'interrogatorio di essere stato costratto a stringere le mani alla gola della donna perché essa, nel corso del diverbio, aveva tentato di aggredirlo.
In serata l'uxoricida è stato trasferito a Vallo della Lucania, per essere posto a disposizione dei carabinieri di quel comando di tenenza, che sta svolgendo le indagini.
L.C.
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Fonte: Archivio Corriere della Sera - Corriere della Sera, Venerdì 6 settembre 1963