30 Maggio 1924 - Una lettera di Roberto Bracco e i monumenti ai caduti

Napoli, 30 maggio, matt.

Qualche giorno fa veniva pubblicata una lettera con la quale l'on. Bracco, ad un comitato per un monumento ai caduti di Roccadaspide che gli domandava un'offerta, dichiarava di astenersi da quell'atto, dicendosi contrario ai monumenti del tipo di quello proposto e preferendo per i caduti la semplice lapide con i nomi.

Il tono della lettera non piacque al comitato che rispose vivacemente.

Bracco fu preso poi di mira per la sua lettera anche da parte dei giornali fascisti.

Ora egli ha diretto al Mattino, che la pubblica, una lettera in cui, spiegando il suo pensiero, dice fra l'altro: "Nella mia lettera io riaffermavo la convinzione già tante volte da me espressa che per le piccole città giustamente desiderose di onorare i loro eroi sia più opportuno attenersi al consiglio di segnarne i nomi e le benemerenze sopra una grande lapide luminosa nella sua semplicità, che a quello di erigere un monumento. Questa convinzione è ispirata a un profondo rispetto per il quale vorrei risparmiare alla sublime bellezza spirituale del del sacrificio compiuto la profanazione dei soliti monumentini economici e la profanazione della faticosa richiesta del denaro necessario oltre i confini della terra a cui più essenzialmente quei morti appartengno".

Bracco dice infine che se nella sua lettera parlò di "scenografie di cui abusa il regime fascista" deplorandole, ciò fu perché le scenografie del patriottismo abituano il popolo ad un'esteriorità patriottica che lo distoglie dal patriottismo raccolto ed austero in cui si rinsalda la consapevolezza del bene ricevuto dall'eroismo altrui e si intensifica il bisogno di esserne degni, provvedendo alla salute avvenire del proprio paese.

Fonte: Archivio Corriere della Sera - Corriere del Pomeriggio, venerdì 30 maggio 1924